I pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del segmento ST che si presentano in ospedali dove non esiste la possibilità di effettuare interventi coronarici percutanei ( PCI ) spesso non possono essere sottoposti all’intervento percutaneo primario in tempo e quindi ricevono fibrinolisi.
Il ruolo e la tempistica ottimale dell’intervento coronarico percutaneo dopo fibrinolisi non è stato stabilito.
I Ricercatori del TRANFER-AMI trial hanno assegnato in maniera casuale 1.059 pazienti ad alto rischio che avevano avuto infarto del miocardio con sopraslivellamento del segmento ST ed erano sottoposti a terapia fibrinolitica presso Centri non in grado di effettuare un intervento coronarico percutaneo o di trasferire immediatamente un paziente in un altro ospedale per l’esecuzione dell’intervento coronarico percutaneo entro 6 ore dalla fibrinolisi.
Tutti i pazienti hanno ricevuto Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ), Tenecteplase ( Metalyse ), e Eparina o Enoxaparina ( Clexane ); è stato raccomandata la somministrazione contemporanea di Clopidogrel ( Plavix ).
L’endpoint primario era un esito composito di morte, reinfarto, ischemia ricorrente, nuova insorgenza o peggioramento di insufficienza cardiaca congestizia o shock cardiogenico entro 30 giorni.
La cateterizzazione cardiaca è stata effettuata nell’88,7% dei pazienti assegnati a trattamento standard a 32,5 ore ( valore mediano ) dopo la randomizzazione e nel 98,5% dei pazienti assegnati a intervento coronarico percutaneo precoce di routine a 2,8 ore dopo la randomizzazione ( valore mediano ).
A 30 giorni, l’endpoint primario è stato raggiunto dall’11% dei pazienti assegnati a intervento PCI precoce di routine e nel 17,2% di quelli assegnati a trattamento standard ( rischio relativo con intervento coronarico percutaneo precoce: 0,64; P=0,004 ).
Non sono state registrate differenze significative tra i gruppi nell’incidenza di sanguinamento maggiore.
In conclusione, tra i pazienti ad alto rischio che avevano avuto infarto miocardico con aumento del segmento ST ed erano sottoposti a terapia fibrinolitica il trasferimento in un’altra struttura allo scopo di effettuare intervento coronarico percutaneo è risultato associato a un numero significativamente inferiore di complicazioni ischemiche rispetto a quelle osservate con il trattamento standard. ( Xagena2009 )
Cantor WJ et al, N Engl J Med 2009; 360: 2705-1718
Cardio2009 Farma2009