Sia Dopamina sia Norepinefrina sono raccomandate come agenti vasopressori di prima linea nel trattamento dello shock e 'è un animato dibattito su quale dei due farmaci sia più efficace.
È stato condotto uno studio multicentrico e randomizzato; pazienti con shock sono stati assegnati a ricevere Dopamina o Norepinefrina come terapia vasopressoria di prima linea per ripristinare e mantenere la pressione sanguigna.
Quando la pressione sanguigna non poteva essere mantenuta con una dose di 20 microg per kg di peso corporeo per minuto di Dopamina o una dose di 0.19 microg per kg per minuto di Norepinefrina, è stato possibile aggiungere in aperto Norepinefrina, Epinefrina o Vasopressina.
L'esito primario era il tasso di mortalità a 28 giorni dopo la randomizzazione; quelli secondari includevano il numero di giorni senza supporto d'organo e la comparsa di eventi avversi.
Lo studio ha coinvolto 1679 pazienti, 858 assegnati a Dopamina e 821 a Norepinefrina.
Le caratteristiche basali dei gruppi erano simili: non c'erano differenze tra i gruppi nel tasso di mortalità a 28 giorni ( 52.5% nel gruppo Dopamina e 48.5% nel gruppo Norepinefrina; odds ratio [ OR ] con Dopamina 1.17; P=0.10 ).
Tuttavia, si sono manifestati più eventi aritmici tra i pazienti trattati con Dopamina che tra quelli trattati con Norepinefrina ( 207 eventi [ 24.1% ] vs 102 eventi [ 12.4% ]; P
Un’analisi di sottogruppo ha dimostrato che, rispetto a Norepinefrina, la Dopamina è risultata associata a un aumento del tasso di mortalità a 28 giorni tra i 280 pazienti con shock cardiogeno, ma non tra i 1044 pazienti con shock settico o i 203 con shock ipovolemico ( P=0.03 per shock cardiogeno, P=0.19 per shock settico e P=0.84 per shock ipovolemico nell'analisi di Kaplan-Meier ).
In conclusione, benché non sia stata osservata alcuna differenza significativa nel tasso di mortalità tra i pazienti con shock trattati con Dopamina come agente vasopressore di prima linea e quelli trattati con Norepinefrina, l'uso della Dopamina è risultato associato a un numero superiore di eventi avversi. ( Xagena2010 )
De Backer D et al, N Engl J Med 2010; 362: 779-789
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