La sepsi grave è tipicamente caratterizzata da iper-infiammazione iniziale mediata da citochine, ma non è stabilito se questa fase di iper-infiammazione sia seguita da immunosoppressione.
Studi su modelli animali suggeriscono la presenza di difetti immuni multipli nella sepsi, ma i dati negli uomini restano conflittuali.
È stato condotto uno studio per determinare l’associazione della sepsi con cambiamenti nell’immunità innata e adattativa dell’ospite e per esaminare i potenziali meccanismi per l’immunosoppressione putativa.
Immediatamente dopo il decesso sono stati raccolti campioni di tessuto da milza e polmoni di 40 pazienti con sepsi grave deceduti nelle unità di terapia intensiva ( UTI ) di Centri medici accademici al fine di caratterizzare il loro stato immune al momento della morte ( 2009-2011 ).
Campioni di milza di controllo ( n=29 ) sono stati ottenuti da pazienti dichiarati cerebralmente morti o sottoposti a splenectomia d’urgenza a causa di un trauma; campioni di controllo di tessuto polmonare ( n=20 ) sono stati ottenuti da donatori d’organo per trapianto o da interventi di resezione per carcinoma polmonare.
Le età medie dei pazienti con sepsi e dei controlli erano, rispettivamente, di 71.7 e 52.7 anni.
Il numero mediano di giorni nel reparto di terapia intensiva per i pazienti con sepsi è stato di 8 ( intervallo, 1-195 giorni ), mentre i controlli sono rimasti nel reparto per un periodo uguale o inferiore a 4 giorni.
La durata mediana della sepsi è stata di 4 giorni ( intervallo, 1-40 giorni ).
Rispetto ai controlli, gli splenociti stimolati anti-CD3/anti-CD28 da pazienti con sepsi hanno mostrato riduzioni significative nella secrezione di citochine a 5 ore: fattore di necrosi tumorale ( TNF ), 5361 vs 418 pg/mL; interferone gamma ( IFN-gamma ), 1374 vs 37.5 pg/mL; interleuchina 6 ( IL-6 ), 3691 vs 365 pg/mL e interleuchina 10 ( IL-10 ), 633 vs 58 pg/mL; ( P inferiore a 0.001 per tutti ).
Sono state osservate riduzioni simili nella secrezione a 5 ore delle citochine stimolate da lipopolisaccaride.
La secrezione di citochine nei pazienti con sepsi è risultata generalmente inferiore a 10% rispetto ai controlli, indipendentemente da età, durata della sepsi, uso di corticosteroidi e stato nutrizionale.
Nonostante la presenza di differenze tra milza e polmone, l’analisi di citometria a flusso ha mostrato un aumento nell’espressione di specifici recettori inibitori e ligandi, e un’espansione nella popolazione di cellule di soppressione in entrambi gli organi.
Differenze uniche nell’espressione di molecole cellulari inibitorie sono state osservate in cellule immuni isolate dai polmoni di pazienti con sepsi versus pazienti con cancro e versus donatori di organi per trapianto.
La colorazione immunoistochimica ha mostrato una deplezione estensiva di cellule spleniche CD4, CD8 e HLA-DR e l’espressione di ligandi per recettori inibitori sulle cellule polmonari epiteliali.
In conclusione, i pazienti deceduti in reparto di terapia intensiva in seguito a sepsi rispetto ai pazienti deceduti per eziologie non-settiche mostrano caratteristiche biochimiche, di citometria di flusso e immunoistochimiche consistenti con l’immunosoppressione.
Una terapia mirata immunostimolante potrebbe rappresentare un approccio valido in gruppi selezionati di pazienti con sepsi. ( Xagena2011 )
Boomer JS et al, JAMA 2011; 306: 2594-2605
Med2011