Tre milioni di persone in Svezia sono addestrate alla rianimazione cardiopolmonare ( CPR ).
Si è cercato di capire se questa formazione aumenti la frequenza di CPR da parte dei passanti o il tasso di sopravvivenza tra le persone che hanno avuto un arresto cardiaco al di fuori dall’ospedale.
Sono stati analizzati 30.381 arresti cardiaci extraospedalieri assistiti in Svezia dal 1990, fino al 2011, per determinare se la CPR fosse stata eseguita prima dell'arrivo dei servizi medici di emergenza ( EMS ) e se la CPR precoce fosse correlata alla sopravvivenza.
La rianimazione cardiopolmonare è stata effettuata prima dell'arrivo dei servizi di emergenza medica in 15.512 casi ( 51.1% ), e non è stata eseguita prima dell'arrivo de servizi di emergenza in 14.869 casi ( 48.9% ).
Il tasso di sopravvivenza a 30 giorni è stato del 10.5% quando la rianimazione cardiopolmonare è stata effettuata prima dell'arrivo dei servizi medici rispetto al 4.0% quando la CPR non è stata eseguita prima dell'arrivo dei servizi medici d’emergenza ( P minore di 0.001 ).
Quando è stato effettuato l’aggiustamento per un punteggio di propensione ( che comprendeva le variabili di età, sesso, luogo dell’arresto cardiaco, causa di arresto cardiaco, ritmo cardiaco iniziale, tempo di risposta dei servizi medici, tempo dal collasso alla chiamata al servizio medico, e anno dell’evento ), la CPR prima dell'arrivo dei servizi medici d’emergenza era associata a un aumentato tasso di sopravvivenza a 30 giorni ( odds ratio, OR=2.15 ).
Quando il tempo di defibrillazione nei pazienti in fibrillazione ventricolare è stato incluso nel punteggio di propensione, i risultati sono stati simili.
La correlazione positiva tra CPR precoce e tasso di sopravvivenza è rimasta stabile nel corso del periodo di studio.
Una associazione è stata anche osservata tra il tempo dal collasso all'inizio della rianimazione cardiopolmonare e il tasso di sopravvivenza a 30 giorni.
In conclusione, la CPR eseguita prima dell'arrivo dei servizi medici d’emergenza era associata a un tasso di sopravvivenza a 30 giorni dopo un arresto cardiaco al di fuori dall’ospedale che è stato più di due volte superiore a quello associato con la mancanza di CPR prima dell'arrivo dei servizi medici d’emergenza. ( Xagena2015 )
Hasselqvist-Ax I et al, N Engl J Med 2015; 372: 2307-2315
Cardio2015 Med2015