Emergenze Mediche
Aggiornamento in Medicina
La malattia trapianto-versus-ospite ( GVHD ) è uno dei principali ostacoli al successo del trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche.
Il recettore delle chemochine CCR5 sembra avere un ruolo nella alloreattività.
Uno studio ha valutato se il blocco di CCR5 fosse sicuro e potesse limitare la malattia trapianto-versus-ospite negli uomini.
È stato studiato l’effetto in vitro dell’antagonista di CCR5 Maraviroc ( Celsentri ) su funzione e chemiotassi linfocitaria.
Sono stati arruolati 38 pazienti ad alto rischio in uno studio a singolo gruppi di fase 1 e 2 sul trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche a intensità ridotta che ha combinato Maraviroc con la profilassi standard per la malattia del trapianto contro ospite.
Maraviroc ha inibito l’internalizzazione di CCR5 e la chemiotassi linfocitaria in vitro senza ridurre la funzione delle cellule T o la formazione di colonie di cellule emopoietiche.
In 35 pazienti che è stato possibile esaminare, il tasso di incidenza cumulativo di malattia trapianto-versus-ospite acuta di grado da II a IV è risultato basso ( 14.7% al giorno 100, e 23.6% al giorno 180 ).
La malattia del trapianto contro l’ospite con interessamento di fegato e di intestino non è stata osservata prima del giorno 100, ed è rimasta poco comune fino al giorno 180, con una bassa incidenza cumulativa di malattia trapianto-versus-ospite di grado da III a IV al giorno 180 ( 5.9% ).
Il tasso a 1 anno di decesso non preceduto da recidiva della malattia è stato pari all’11.7% senza tassi in eccesso di recidiva o infezione.
Il siero di pazienti trattati con Maraviroc ha prevenuto l’internalizzazione di CCR5 con CCL5, e ha bloccato la chemiotassi delle cellule T in vitro, fornendo la prova della attività antichemiotattica.
In conclusione, in questo studio l’inibizione del movimento dei linfociti ha rappresentato una nuova strategia specifica e potenzialmente efficace per prevenire la malattia del trapianto contro l’ospite viscerale acuta. ( Xagena2012 )
Reshef R et al, N Engl J Med 2012; 367: 135-145
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