Emergenze Mediche
Aggiornamento in Medicina
Solo il 2-5% dei pazienti che hanno subito un ictus riceve trattamento trombolitico, soprattutto a causa del ritardo nel raggiungere l’ospedale.
Uno studio ha valutato l’efficacia di un nuovo approccio diagnostico e terapeutico che inizia sul luogo dell’emergenza, anzichè all’arrivo in ospedale; l’obiettivo è quello di ridurre il ritardo della terapia per l’ictus.
Lo studio randomizzato, in singolo Centro e controllato ha confrontato il tempo tra il segnale di allarme ( chiamata al servizio di emergenza ) e la decisione terapeutica tra Unità mobile per l’ictus e intervento ospedaliero.
Per essere inclusi nello studio i pazienti dovevano avere un’età compresa tra 18 e 80 anni, e mostrare uno o più sintomi di ictus insorti entro le precedenti 2.5 ore.
In accordo con il piano di randomizzazione settimanale, i pazienti hanno ricevuto un trattamento pre-ospedaliero in una ambulanza specializzata ( equipaggiata con uno scanner per tomografia computerizzata, un laboratorio per le analisi sul posto e una connessione di telemedicina ), oppure un trattamento ospedaliero convenzionale ottimizzato ( gruppo controllo ) con un follow-up di 7 giorni.
La collocazione a uno dei due gruppi di trattamento era nota a pazienti e operatori.
L’endpoint primario era il tempo trascorso tra l’allarme e la decisione terapeutica.
Gli endpoint secondari includevano i tempi tra allarme e fine della tomografia e fine delle analisi di laboratorio, il numero di pazienti sottoposti a trombolisi endovenosa, il tempo tra allarme e trombolisi per via intravenosa e l’esito neurologico.
Sono stati inoltre valutati gli endpoint di sicurezza.
Lo studio è stato interrotto dopo l’analisi ad interim pianificata a 100 dei 200 pazienti previsti dal piano dello studio ( 53 nel gruppo di trattamento pre-ospedaliero, 47 nel gruppo controllo ), poiché erano stati raggiunti i criteri pre-specificati per l’interruzione dello studio.
Il trattamento pre-ospedaliero dell’ictus ha ridotto in modo sostanziale il tempo mediano trascorso tra l’allarme e la decisione terapeutica: 35 minuti versus 76 minuti ( p inferiore a 0.0001; differenza mediana 41 minuti ).
Sono stati inoltre registrati benefici simili per quanto riguarda i tempi tra allarme e fine della tomografia e tra allarme e fine delle analisi di laboratorio e per il tempo trascorso prima della trombolisi intravenosa su pazienti eleggibili con ictus ischemico, benché non siano emerse differenze sostanziali nel numero di pazienti che hanno ricevuto tale trattamento o nell’esito neurologico.
Gli endpoint di sicurezza sono risultati simili tra i gruppi.
In conclusione, per i pazienti con sospetto ictus, il trattamento in Unità mobili specializzate ha ridotto in modo sostanziale il tempo mediano tra allarme e decisione terapeutica.
La strategia basata sull’Unità mobile specializzata offre una potenziale soluzione al problema medico che vede molti pazienti con ictus arrivare in ospedale troppo tardi per il trattamento trombolitico. ( Xagena2012 )
Walter S et al, Lancet Neurol 2012; 11: 397-404
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