La gestione della temperatura target è raccomandata come strategia neuroprotettiva dopo arresto cardiaco extraospedaliero.
Eventuali effetti di diverse temperature target sul deterioramento cognitivo comunemente descritte nei sopravvissuti non sono state studiate a sufficienza.
L’obiettivo di uno studio è stato quello di valutare se una temperatura target di 33°C, rispetto a una di 36°C, sia favorevole per le funzioni cognitive; l'obiettivo secondario è stato descrivere il deterioramento cognitivo nei sopravvissuti ad arresto cardiaco in generale.
I luoghi di studio hanno incluso 652 sopravvissuti ad arresto cardiaco originariamente randomizzati e stratificati per sito per il controllo della temperatura a 33°C o 36°C all'interno dello studio Target Temperature Management ( TTM ).
La sopravvivenza fino a 180 giorni dopo l'arresto è stata del 52% ( 33°C, n= 178/328; 36°C, n=164/324 ).
I sopravvissuti sono stati invitati a un follow-up faccia a faccia, e 287 superstiti di arresto cardiaco ( 33°C, n=148 / 36°C, n=139 ) sono stati valutati con test per la memoria ( Rivermead Behavioural Memory test ), funzioni esecutive ( Frontal Assessment Battery ) e attenzione / velocità mentale ( Symbol Digit Modalities Test ).
Un gruppo di controllo di 119 pazienti abbinati ospedalizzati per infarto miocardico acuto con sopraslivellamento del segmento ST senza arresto cardiaco ha effettuato le stesse valutazioni.
La metà dei sopravvissuti ad arresto cardiaco aveva decadimento cognitivo, per lo più mite.
L’esito cognitivo non è cambiato ( P maggiore di 0.30 ) tra i due gruppi di temperatura ( 33°C / 36°C ).
Rispetto ai soggetti di controllo con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST, l’attenzione / velocità mentale è risultata più colpita tra i pazienti con arresto cardiaco, ma i risultati per la memoria e le funzioni esecutive erano simili.
In conclusione, la funzione cognitiva era paragonabile nei sopravvissuti ad arresto cardiaco extraospedaliero quando sono state considerate temperature target di 33°C e 36°C.
Il deficit cognitivo rilevato nei sopravvissuti ad arresto cardiaco era comune anche nei soggetti di controllo con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST senza arresto cardiaco. ( Xagena2015 )
Lilja G et al, Circulation 2015;131:1340-1349
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