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Predittori di esito nell’enterite in età pediatrica


La terapia di reidratazione orale è sottoutilizzata dai medici nel trattamento dei bambini con enterite infettiva acuta.

Nell’ottica di una migliore gestione di questi casi, un gruppo di Ricercatori nord-americani ha ipotizzato che si possano identificare alcune variabili cliniche al momento della valutazione iniziale in grado di predire la necessità di una somministrazione di liquidi per via endovenosa.

Sono stati raccolti in maniera prospettica i dati clinici di una coorte di 214 bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 10 anni, sottoposti in un Dipartimento di Emergenza a reidratazione in seguito a enterite acuta.

Tutti i bambini hanno ricevuto terapia di reidratazione orale per un minimo di 60 minuti in accordo con il protocollo.

Gli esiti valutati sono stati la reidratazione endovenosa, le visite dopo la dimissione e la terapia di reidratazione di successo.
L’ultima variabile è stata definita come il consumo di una quantità di soluzione di reidratazione orale pari o superiore a 12,5 mL/kg per ora.

Le variabili associate in maniera individuale con gli esiti di interesse sono stati valutati utilizzando analisi di regressione logistica multipla.

Il 22% dei 214 bambini ha ricevuto reidratazione endovenosa.
Nell’analisi multivariata, i 2 predittori clinici di reidratazione endovenosa erano le grandi quantità di chetoni urinari e lo stato mentale alterato.

Predittori significativi di visite ripetute presso il Dipartimento di emergenza nell’arco di 3 giorni comprendevano: 10 o più episodi di vomito nel corso delle 24 ore prima della presentazione in ospedale e una più alta frequenza cardiaca alla dimissione dal dipartimento di emergenza.

In conclusione, tra i bambini con enterite e disidratazione da leggera a moderata, la presenza di grandi quantità di chetoni urinari o di un alterato stato mentale è associata a reidratazione endovenosa dopo un periodo di terapia di reidratazione orale della durata di 60 minuti.
E’ necessario prestare attenzione prima della dimissione di bambini con tachicardia o con una storia di significativi episodi di vomito prima della presentazione, dal momento che sono più a rischio di successivi interventi di emergenza. ( Xagena2009 )

Freedman SB et al, Pediatrics 2009; 123: e9-e16


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