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Prognosi a lungo termine delle persone colpite da arresto cardiaco extraospedaliero e sottoposte a defibrillazione precoce


La mortalità dopo arresto cardiaco extra-ospedaliero per insorgenza di fibrillazione ventricolare è alta.
La defibrillazione precoce, eseguita in ambiente ospedaliero , ha dimostrato di aumentare la percentuale di sopravvivenza dei pazienti colpiti da arresto cardiaco.

L’obiettivo dei Ricercatori della Mayo Clinic a Rochester (Usa) è stato quello di valutare la prognosi nel lungo periodo e la qualità della vita di coloro che sono sopravvissuti ad arresto cardiaco.

Sono stati studiati tutti i pazienti che hanno avuto un arresto cardiaco extraospedaliero tra il novembre 1990 ed il gennaio 2001 e che hanno ricevuto una defibrillazione rapida per insorgenza di fibrillazione ventricolare nella Contea di Olmsted.

Dei 200 pazienti colpiti da arresto cardiaco extraospedaliero con fibrillazione ventricolare, 145 (72%) sono giunti vivi in ospedale ( 7 sono morti nel Dipartimento d’Emergenza).

Il 40% (n=79) dei pazienti dimessi dall’ospedale non presentava lesioni cerebrali.

Nel corso dei 4,8 (+/-3) anni di follow-up 19 pazienti sono morti.

La percentuale di sopravvivenza attesa a 5 anni si è attestata attorno al 79% ed è risultata simile a quella del gruppo controllo, ma inferiore rispetto a quella della popolazione statunitense della stessa età (86%).

La maggior parte dei 50 pazienti che ha risposto al questionario SF-36 , ha dichiarato di avere una qualità della vita quasi normale. ( Xagena2003 )

Jared Bunch T et al, N Engl J Med 2003; 348:2626-2633



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