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Strategia diagnostica nei pazienti con sospetta embolia polmonare


Lo scopo dello studio è stato quello di valutare la sicurezza dell’attesa prima della somministrazione di un trattamento anticoaogulante nei pazienti con bassa o intermedia probabilità clinica di embolia polmonare e risultati negativi alla tomografia computerizzata a spirale e all’ultrasonografia.
Hanno partecipato allo studio 1.041 pazienti consecutivi.
Tutti i pazienti sono stati tenuti sotto osservazione fino a 3 mesi.
L’embolia polmonare è stata diagnosticata in 360 pazienti (34,6%); 55 sono risultati positivi all’ultrasonografia nonostante l’esame tomografico fosse negativo.
Dei 601 pazienti con negatività all’ ultrasonografia e alla TC a spirale, 76 pazienti all’esame clinico sono risultati avere un’alta probabilità di embolia polmonare; l’esame polmonare o l’angiografia hanno mostrato la presenza di un’embolia polmonare in 4 (5,3%). I rimanenti 525 pazienti avevano invece una probabilità clinica di embolia polmonare bassa o intermedia , e 507 di loro non sono stati sottoposti a trattamento.
Di questi pazienti, 9 hanno presentato tromboembolismo venoso nel corso del follow-up (1,8%).
La strategia diagnostica adottata ha dato risultati non conclusivi in 95 pazienti (9,1%); l’angiografia polmonare è stata eseguita in 74 pazienti (7,1%).
Da questo studio si evince che è più sicuro nei pazienti con probabilità di embolia polmonare , bassa o intermedia , e negatività alla tomografia computerizzata a spirale e all’ultrasonografia , attendere prima di istituire una terapia anticoagulante. ( Xagena2002 )

Musset D et al, Lancet 2002; 360: 1914-1920


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