Le attuali linee-guida per la rianimazione cardiopolmonare raccomandano la Vasopressina come alternativa all’Epinefrina per il trattamento della fibrillazione ventricolare refrattaria allo shock, nelle persone adulte.
Una meta-analisi ha valutato l’efficacia della Vasopressina nel trattamento dell’arresto cardiaco.
Sono stati analizzati 5 studi clinici che ponevano a confronto Vasopressina ed Epinefrina in 1.519 pazienti colpiti da arresto cardiaco.
Non sono emerse differenze statisticamente significative tra il gruppo trattato con Vasopressina e quello trattato con Epinefrina riguardo al mancato ritorno della circolazione spontanea ( risk ratio, RR = 0.81 ), al decesso prima del ricovero ospedaliero ( RR = 0.72 ), al decesso entro 24 ore ( RR = 0.74 ), al decesso prima della dimissione ospedaliera ( RR = 0.96 ) o alla combinazione del numero di morti e di sopravvissuti con danni neurologici ( RR = 1.00 ).
L’analisi dei sottogruppi sulla base del ritmo cardiaco iniziale non ha evidenziato differenze statisticamente significative nella percentuale di mortalità prima della dimissione ospedaliera tra i gruppi trattati con Vasopressina o con Epinefrina in ognuno dei 3 sottogruppi: fibrillazione o tachicardia ventricolare ( RR = 0.97 ), attività elettrica senza polso ( PEA, pulseless electrical activity ) ( RR = 1.02 ) e asistolia ( RR = 0.97 ).
Dai risultati non è emerso un chiaro vantaggio della Vasopressina sull’Epinefrina nel trattamento dell’arresto cardiaco.
Le linee-guida per l’Advanced Cardiac Life Support ( ACLS ) non dovrebbero consigliare la Vasopressina nei protocolli di rianimazione fino a quando non saranno disponibili dati più sicuri circa la sua superiorità nell’uomo. ( Xagena2005 )
Aung K, Htay T, Arch Intern Med 2005; 165: 17-24
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